quarta-feira, 18 de maio de 2016

L'attuale Confusione Politica in Brasile é strutturale e non strumentale.

I brasiliani sanno quello che sta succedendo in Brasile, ma la maggioranza non sa il “perchè” sta succedendo.
C'è chi dà la colpa alla (ex) Presidente: < Era meglio quando i delinquenti venivano giustiziati!>
Chi dà la colpa ai politici corrotti: <Questi ladri devono essere arrestati perché sanno solo rubare!>
Chi dá colpa all'opposizione: <È stato un Colpo di Stato organizzato dai conservatori di destra!>
e avanti cosí … e tutti credono di aver ragione.
La loro é una ricerca per semplificare una situazione ben piú complessa, che é esplosa adesso, ma che ha le sue radici nella stessa Costituzione del 1988.
In quell'epoca i Costituenti avevano timore di un revanscismo militare e cercarono di annodare, dentro alla Magna Carta, oltre che Valori anche Principi; ma questa scelta finí nel rallentare lo sviluppo Politico/Culturale, le riforme Fiscali e Previdenziali, delle quali la Nazione ha bisogno, favorendo le rendite economiche di chi sta vicino al Potere.
Per spiegarmi meglio devo fare un flash circa come il Governo del PT ha perso il peso politico che aveva.
SITUAZIONE PRE-AFFASTAMENTO DELLA PRESIDENTE
Prova immaginare che una bacinella sia il Potere e il suo spazio sia il peso Politico. Quando la bacinella riceve una spinta, in conformitá all'entitá della forza, parte dell'acqua interna ne fuoriesce cosí diminuindo il suo volume (peso Politico) e lasciando ad altri approffittare dello spazio perso.
Quando Lula (ex Presidente) lasció “i calzoni per vestire una gonna” (Presidente Dilma), in quel momento il PT doveva smettere di favorire le Multinazionali (capitali di maggioranza stranieri) per spostare i suoi interessi verso la Media e Piccola Impresa (capitali tipicamente brasiliani). Questa scelta avrebbe consolidato la stabilitá occupazionale e contribuito alla ridisrtibuzione della rendita in modo naturale e non drogata, come abbiamo invece assistito negli ultimi 6 anni.
BORSA FAMIGLIA e MIA CASA MIA VITA, aldilá degli altri programmi governativi, avevano la funzione di stimolare l'economia; ma nel momento che la finalitá del programma é diventata assistenziale, lo stesso programma perdeva la ragione per la quale era stato generato: non vestiva piú il carattere sociale originale, diventando di carattere tipicamente privato.
BORSA FAMIGLIA é nata per sostentare famiglie carenti e, contemporaneamente, iniettare liquiditá nel mercato stimolando il commercio; ma quando una famiglia vive unicamente di BORSA FAMIGLIA, questa stessa non produce ricchezza, al contrario dissipa ricchezza della Nazione.
MIA CASA MIA VITA non deve essere confusa con le CASE POPOLARI: quest'ultime sono costruite per togliere famiglie dalle baracche dove vivevano e sono finanziate per Decreti specifici. Al contrario MIA CASA MIA VITA é denaro che arriva dal risparmio di privati ed é destinato a finanziare l'edificazione di abitazioni: é un prestito che deve essere quietanzato da chi assume il debito. Se le rate tornano insolute la Banca finanziatrice non puó restituire il denaro ai risparmiatori e, in tal caso, é il Governo che deve rimborsare il valore mancante. In altre parole tutti noi pagheremo le rate non quietanzate dal debitore principale di MIA CASA MIA VITA.
É in questa piaga che il governo Dilma si é arrenato: non ha prestato attenzione che stava fornendo una assistenza costante e ripetitiva, indirizzata a uno specifico gruppo di persone, cosí dimenticandosi del proprio fine che inizialmente era verso il bene della collettivitá: cioé, questi programmi diventarono “compra di voti” e ció lasció spazio politico ad altri.
In altre parole il Governo della Nazione si dimenticó di rappresentare il “Sociale” a favore del “Privato”, creando discriminazione tra e dentro a cetti sociali.
COSTITUZIONE DEL 1988
Preambolo
Semplicemente potremmo affermare che l'aggregazione di un Paese si compie attraverso un congiunto di Valori che regolano Principi morali, riconosicuti e accettati per la popolazione in quel determinato momento: il cambiamento di convinzione del popolo, puó accompagnare mutamenti di Principi, ma non di Valori.
In sintesi, la parola VALORI (concetto che orienta il comportamento umano) é l'ETICA e la parola PRINCIPI (concetto sul quali si basano le convinzioni) é la MORALE: come si puó notare l'Etica é rappresentata da Valori che perdurano nei tempi, invece la Morale é rappresentata da Principi che rappresentano il presente.
Se noi decidiamo di non aggiornare i Principi, contemporaneamente spingiamo il presente nel futuro, cosí impedendo alla societá l'assimilazione di cambiamento nel tempo: questo tipo di societá non si puó nemmeno definire “conservatrice”, ma solamente “immobile” o “cristallizzata”.
Spiegazione
La parola Costituzione discende da Carta Magna, documento scritto in Inghilterra nel 1215 per limitare i poteri, allora assoluti, del monarca: essa determinó che il Re fosse assoggettato alla Legge.
Fu introdotto un Valore, la negazione del Potere Illimitato, il quale determinó un Principio, la sottomissione del Re alla Legge. Ma aldilá di ció, si puó comprendere che il Valore é un concetto irrinunciabile e che il Principio é un concetto transitorio perché regolato per Legge.
É qui che la Costituzione sta cristallizando il Brasile, cioé essa non contiene solamente Valori, ma anche Principi. In questo modo il mondo politico ritarda quello che é giá accettato dal popolo perché, prima di produrre leggi, deve esser modificata la Costituzione; e questo non significa la salvaguardia del diritto, ma offre ai politici l'opportunitá di lucrare sopra il proprio voto.
Come ho affermato all'inizio, i Costituenti forse volevano proteggere il Brasile contro un regresso, ma adesso che la democrazia nel Brasile é matura, sarebbe bene seppellire questo tipo di ideosincrasia e proiettarsi verso il futuro che si merita.
Entriamo dentro alla Costituzione del 1988, prendendo un unico esempio fra i tanti: i Privilegi.
Mi sembra che la maggioranza dei privilegi, indicati nella Costituzione, stanno lá solo per garantire diritti a chi sta vicino al Potere.
La Costituizone stessa indica i meccanismi per determinare i valori finanziari di Senatori, Deputati, Consiglieri comunali, Giudici federali e non, Ministri federali e non, Direttori di Organi Pubblici e para-pubblici: perché? Stanno lá per garantire il “salario mensile” (tra 10.000 e 30.000 esenti di imposte e previdenza), oltre a “assistenza abitativa” (tra 5.000 e 10.000 mensili), rimborso combustibili (20.000 km mensili), biglietti aerei (pagati dalla Camera di pertinenza), autista, segretarie, consiglieri politici e tecnici…
Non vi siete mai soffermati un momento per calcolare il valore dell'accumulo elencato? Solamente moltiplicare il numero di 130.000 (R$, moneta brasiliana) x 200.000 (totale delle persone listate) x 13 (mensilitá), la Costituzione garantisce che ogni anno il popolo brasiliano paghi piú di 300 migliardi a queste persone!!! il valore si riferisce solo a loro, quelli in attivitá, senza considerare i pensionati e l'apparato burrocratico brasiliano in generale. Inoltre: la Costituzione garantisce loro un Tribunale privileggiato, definisce che un eventuale processo puó essere instaurato solo nel caso di flagrante e, in caso di condanna, la pena é la pensione obligatoria.
Una Costituzione deve limitarsi all'Etica, enunciando/spiegando i Valori che la fondamentano, vincolando, alle Leggi que che la applicano, i Principi Morali accettati dal popolo e regolamentati con Decreti. 
La Costituzione deve essere ferma, ma anche lieve e flessibile, e soprattutto priva di discriminazioni!
RIFORMA FISCALE
Circa questo argomento il Brasile non é tra i Paesi in via di sviluppo, come cercano di convincerci: sta nel ranking tra i Paesi poveri. Quello che blocca il popolo brasiliano é il non uso di imposte sui valori aggregati (si possono riassumere in: mano d'opera, ammortamenti degli investimenti, oneri finanziari e gestionali, utili), poiché qui si pagano imposte sul fatturato di vendita ad ogni passaggio del prodotto: alla fine chi perde é il brasiliano.
Provo spiegare confrontando risultati. Prendiamo un albero che diventa armadio. Per comoditá nel caso A, caso Brasile, applichiamo una imposta del 15% sopra il valore di vendita, mentre nel caso B applichiamo la stessa imposta sopra un valore aggregato pari al del 75% del valore di acquisto.

Processo del bene
dalla produzione alla vendita finale
Imposte tipo A
Fatturato vendite
Imposte tipo B
Valore aggregato
1. Albero abbattuto
100,00
100,00
2. Tronco diventa tavole
201,00
186,00
3. Tavole diventano pannelli (porte, laterali, cassetti ...)
405,00
347,00
4. Pannelli diventano armadio
815,00
646,00
5. Armadio viene venduto al negozio
1.641,00
1.204,00
6. Negozio vende l'armadio al utilizzatore finale
3.302,00
2.242,00

Nell'esempio tipo A, nell'acquisto dell'armadio l'acquirente finale paga il 47% in piú che nel tipo B.
Se nel tipo A l'imposta generata equivale a 843,00 (25% del valore di vendita finale), nel tipo B l'imposta totale é di 292,00 (13% del valore di vedita finale); ma all'acquirente finale rimangono 1.060,00 che spenderá comprando altri prodotti, cosí generando altre 138,00 di imposte, oltre a lavoro.
Oltre a questo, quanti armadi potrebbero essere esportati?
Nella Etica pubblica: é il Cittadino che deve lavorare per mantenere il Paese o é il Paese che deve agire a favore del Cittadino?
RIFORMA PREVIDENZIALE
La "Seguridade" Sociale nel Brasile é divisa tra Salute, Assistenza Sociale e Previdenza Sociale.
- Salute: é diritto di tuti.
- Assistenza Sociale: é restata a chi necessita, indipendentemente da contribuzioni.
- previdenza Sociale: “é la PROTEZIONE SOCIALE destinata a sopperire NECESSITÁ SOCIALI originate da CONTINGENZE SOCIALI” “che riducono o eliminano la capacitá di auto-sostegno del lavoratore e/o dei suoi dipendenti”.
Consideriamo la Previdenza: nella prima parte, formata da 13 parole, il termine SOCIALE é repetito 3 volte e é legato a concetti di Protezione, Necessitá e Contingenze. Nella seconda parte, formata da 15 parole, la parola SOCIALE non appare. D'altro canto la Previdenza prevede la forma contributiva e non distributiva, ossia NON-SOCIALE perché hanno diretto solo chi ha contribuito e per lo meno con 180 mensilitá, che equivalgono a 15 anni.
Il concetto SOCIALE implica che i valori pagati appartenghino alla collettivitá e ridistribuiti in parti uguali, indipendentemente dalla contribuzione di provenienza: una Previdenza Sociale deve rispondere a tutti e in misura uguale.
Il significato di “Contribuzione” in Brasile si intende la restituzione dei valori paghi riadeguati com fattori tecnici e temporali, ma NON SONO SOCIALI perché é il denaro accumulato che volta indietro, assistito da assicurazione di rischio per inabilitá e per morte.
Oltre a questo, come si possono considerare SOCIALI pensioni mensili di 10.000 o 20.000 o di piú? Come possono esistere diritti per acquisire pensioni solo per chi sta vicino al Potere?
L'esistenza di 2 regimi definiti “Previdenziari”, il Generale per tutti e l'Unico per il settore pubblico (inclusi Senatori, Deputati, Consiglieri comunali, Giudici …), dimostra come in Brasile esiste il Cittadino di classe A e cittadino di classe B: i diritti e le pensioni sono differenti!
Nel SOCIALE, chi ha rendimenti maggiori contribuisce di piú di chi ha rendimenti inferiori.
In Brasile la pensione di un semplice operaio attualmente non raggiunge i 250 euro, ma quella di un Politico o di un Giudice supera i 7.000 euro: questo non é SOCIALE!
CONCLUSIONE
E ci stiamo chiedendo cosa faranno i politici: NULLA. Sarebbe troppo semplice, iniziare a riformare la Costituzione, abbolendo parte dei privilegi ivi indicati; fare una Riforma Fiscale, per concedere ai brasiliani un maggior potere acquisitivo; fare una Riforma Previdenziale, eliminando le diseguaglianze, i favori e i privilegi.

Io voteró chi proporrá di favorire il Brasile, i brasiliani e che si schiera contro interessi privati dei “nuovi baroni”.
Cordialmente,
Cappello dott. Armando

terça-feira, 10 de maio de 2016

Qual é o fim da atual Confusão Política?

Os brasileiros sabem o que está acontecendo no Brasil, mas a maioria não sabe o “por que” isto está acontecendo.
Quem dá culpa à Presidente: <Era melhor quando os delinquentes eram justiçados!>
Quem dá culpa aos políticos corruptos: <Devem ser preços estes malandros que só roubam!>
Quem dá a culpa à oposição: <Foi um Golpe organizado pelos conservadores de direita!>
… e assim em adiante ... e todos acham de ter razão.
Aquela deles é a procura de simplificar uma situação bem mais complexa e que explodiu hoje, mas que tem as suas raízes na mesma Constituição do 1988.
Naquela época os Constituintes haviam medo de um revanchismo militar e procuraram amarrar dentro da Magna Carta os Princípios, além dos Valores; mas essa escolha acabou ralentando o desenvolvimento Político/Cultural, as reformas Fiscais e Previdenciais, que a Nação precisa, tornando a vincular a renda a favor de quem está perto ao Poder.
Para explicar melhor o meu pensamento, a priori devo fazer um flash sobre come o Governo perdeu o peso Político que havia.

SITUAÇÃO ATUAL
Prova imaginar que o Poder seja um balde e o peso Politico o seu espaço. No momento que o balde recebe uma empurrada, em conformidade à sacudia a água sai diminuindo o seu volume (peso Politico) e assim oferecendo tal espaço perdido a favor de outros aproveitadores.
Quando “Lula deixou as calças para vestir uma saia”, naquele momento o PT devia acabar de favorecer as Multinacionais (capital por maioria estrangeiro) para focar o seu interesse a favor das Média e Pequena Empresa (capital tipicamente brasileiro). Esta escolha teria consolidado a estabilidade ocupacional e contribuído à redistribuição de renda em modo natural e não drogada, come assistirmos nos últimos 6 anos.
BOLSA FAMÍLIA e MINHA CASA MINHA VIDA, além dos demais programas, haviam a função de estimular a economia; mas se o fim do programa acaba tornando assistencial, o mesmo perde a finalidade pela qual foi originado: não veste mais caráter social, mas torna particular.
BOLSA FAMÍLIA nasceu para sustentar as famílias carentes e, contemporaneamente, injetar liquidez no mercado estimulando o comércio; mas quando uma família vive unicamente de BOLSA FAMÍLIA, ela não produz riqueza, pelo contrário chupa riqueza à Nação.
MINHA CASA MINHA VIDA não se deve confundir com as CASAS POPULARES: as últimas são construídas para tirar famílias das favelas onde viviam e financiadas por decretos específicos. Pelo contrário MINHA CASA MINHA VIDA é dinheiro que chega de contas poupanças de particulares e é destinada a financiar a edificação de habitações: é um empréstimo que deve ser quitado por quem assumiu a dívida. Se as parcelas não vão ser pagas, a Caixa não pode devolver o dinheiro às poupanças oriundas que financiaram a operação e, neste caso, é o Governo que deve repor os valores faltantes. Em outras palavras todos iriamos pagar as parcelas que não foram pagas pelos devedores de MINHA CASA MINHA VIDA.
É nestas pragas que o Governo Dilma se atolou: não prestou atenção que estava fornecendo assistência constante e repetitiva, endereçada a um grupo específico de pessoas, assim esquecendo totalmente o próprio fim que inicialmente estava no bem da coletividade: pois, isto foi “compra de votos” que deixou espaços políticos para os demais.
Em outras palavras, o Governo da Nação deixou de representar o “Social” a favor do “Particular”, criando discriminação entre e dentro a cetos sociais.

CONSTITUIÇÃO DO 1988
Preâmbulo
Em modo simples podemos afirmar que a agregação de um País se atua através de um conjunto de Valores que regulamentam Princípios morais, reconhecidos e aceitos pela população naquele determinado presente: a mutação de convicção do povo, pode levar à mutação de Princípios e não às de Valores.
Na síntese, a palavra VALORES (conceitos que norteiam o comportamento humano) é a ÉTICA e a palavra PRINCÍPIOS(conceitos para embasar convicções) é a MORAL: como se pode ver a Ética é representada por Valores ao longo do tempo, pelo contrário a Moral é representada por Princípios ao longo do presente.
Se nós decidimos por uma não atualização dos Princípios, no mesmo instante empurramos o presente para o futuro, assim impedindo à sociedade a assimilação das mudanças do tempo: este tipo de sociedade nem se pode definir conservadora, mas somente imóvel ou cristalizada.
Explicação
A palavra Constituição descende da Carta Magna, documento emitido na Inglaterra em 1215 que ia limitar os poderes do monarca, na época absolutos: ela determinou que o Rei estaria sujeito à lei.
Foi introduzido um Valor, a negação do Poder Ilimitado, o qual determinou um Princípio, a submissão do Rei à lei. Mas além disso, dá para entender que o Valor é um conceito irrenunciável e que o Princípio é um conceito regulamentado per lei.
É aqui que a Constituição está cristalizando o Brasil, pois ela não contem somente Valores, mas Princípios também. Neste modo o mundo político atrasa o que já foi aceito pelo povo, pois antes de produzir leis, deve modificar a Constituição: isto não significa a salvaguarda de direitos, mas oferecer aos políticos a oportunidade de lucrar sobre o próprio voto.
Como afirmado no início, os Constituintes talvez queriam proteger o Brasil contra um regresso, mas agora a Democracia no Brasil está madura para sepultar esse tipo de idiossincrasia e para se projetar no futuro que merece.
Agora entro na Constituição do 1988, tomando um único exemplo, entre os demais casos: os Privilégios.
Me parece que a maioria dos privilégios, nela afirmados, estão ali só para garantir direitos a quem está perto ao Poder.
A Constituição indica os mecanismos para determinar os valores financeiros de Senadores, Deputados, Vereadores, Juízes federais e estaduais, Ministros, Secretários estaduais e municipais, Diretores de Órgãos Públicos e Autarquias: por quê? Estão aí para garantir o “salário” (entre 15.000,00 e 25.000,00 mensaisisentos de impostos e previdenciais), além de auxílio-moradia (entre4.000,00 e 8.000,00 mensais), reembolso combustível (20.000 km mensais), passagem de avião (pago pela Câmara de referência), motorista, secretárias, assessores…
Você nunca parou para ponderar o numero do acervo acima elencado? Prova multiplicar o numero de 130.000 (R$) x 200.000(usuários) x 13 (mensalidades). A Constituição garante que cada ano o povo brasileiro pague mais de 300 bilhões a estas pessoas!!! o valor se refere somente a eles, os ativos, sem consideraram os aposentados e o aparato burocrático brasileiro em geral. Mais uma coisa: a Constituição, além de garantir-lhes o Foro privilegiado, define que o eventual processo contra eles vai ser instaurado somente em caso de flagrante e, se condenado, a pena é a aposentadoria compulsória.
Uma Constituição deve limitar-se à Ética, enunciando/explicando os Valores que a fundamentam, vinculando-lhes as Leis que atuam os Princípios Morais aceitos pelos povos, e regulamentadas por Decretos que as acompanham.
Deve ser firme, mas também leve e flexível, e sem discriminações!

REFORMA FISCAL
Nesse campo o Brasil não está entre os País em desenvolvimento, como procuram de convencer-nos: está no fundo do ranking do terceiro mundo. O que amarra o povo brasileiro é o não uso de impostos sobre os valores agregados (se pode resumi-los em: mão de obra, depreciação dos investimentos, ônus financeiros e gestionais, lucros), pois aqui se aplicam impostos sobre os valores das vendas, ou seja, imposto sobre impostos a cada passagem do produto: ao final, quem perde é o povo.
Provo explicar isto confrontando números: pegamos uma árvore que torna um guarda-roupa; por comodidade aplicamos um valor agregado de 75% sobre o valor de compras, e um imposto de 15%.
A) Imposição sobre Venda:
1º – A árvore vem abatida:
valor do tronco 87,00 + impostos 13,00 = valor final 100,00;
2º – O tronco torna tábua:
valor inicial 100,00 + valor agregado 75,00 + impostos 25,00 = valor final 201,00;
3º – A tábua torna painéis para portas, laterais, gavetas …:
valor inicial 201,00 + valor agregado 151,00 + impostos 53,00 = valor final 405,00;
4º – Os painéis tornas guarda-roupa:
valor inicial 405,00 + valor agregado 304,00 + impostos 106,00 = valor final 815,00;
5º – O guarda-roupa vem vendida à loja
valor inicial 815,00 + valor agregado 612,00 + impostos 214,00 = valor final 1.641,00;
6º – A loja vende o guarda-roupa ao consumidor final:
valor inicial 1.641,00 + valor agregado 1.230,00 + impostos 430,00 = valor final 3.302,00.
B) Imposição sobre Valor Agregado:
1º – A árvore vem abatida:
valor do tronco 87,00 + impostos 13,00 = valor final 100,00;
2º – O tronco torna tábua:
valor inicial 100,00 + valor agregado 75,00 + impostos 11,00 = valor final 186,00;
3º – A tábua torna painéis para portas, laterais, gavetas …:
valor inicial 186,00 + valor agregado 140,00 + impostos 21,00 = valor final 347,00;
4º – Os painéis tornas guarda-roupa:
valor inicial 347,00 + valor agregado 260,00 + impostos 39,00 = valor final 646,00;
5º – O guarda-roupa vem vendida à loja
valor inicial 646,00 + valor agregado 485,00 + impostos 73,00 = valor final 1.204,00;
6º – A loja vende o guarda-roupa ao consumidor final
valor inicial 1.204,00 + valor agregado 903,00 + impostos 135,00 = valor final 2.242,00.
No tipo A o guarda-roupa custa ao consumidor o 47% a mais que no tipo B.
Se no tipo A a geração de imposto é de 843,00 (25% do valor de venda ao consumidor), no tipo B a geração de imposto é de 292,00(13% do valor de venda ao consumidor); mas ao consumidor fica um valor de 1.060,00 que gastará comprando outra mercadoria, assim gerando mais 138,00 de imposto e mais emprego. Além disso, quantos guarda-roupas poderiam ser exportados?
Na ética publica: é o Cidadão que deve trabalhar para manter o País ou é o País que deve agir a favor do Cidadão?

REFORMA PREVIDENCIAL
A Seguridade Social no Brasil está dividida entre Saúde, Assistência Social e Previdência Social.
- Saúde: é direito de todos.
- Assistência Social: é prestada a quem necessita, independentemente de contribuição.
- Previdência Social: “é a proteção social destinada a afastar necessidades sociais decorrente de contingências sociais” “que reduzem ou eliminam a capacidade de autossustento dos trabalhadores e/ou seus dependentes.”
Vamos considerar a Previdência: na primeira parte, que é formada por 13 palavras, o termo SOCIAL vem repetido 3 vezes e está ligado a conceitos de Proteção, Necessidade e Contingência. Na segunda parte, que é formada por 15 palavras, o mesmo termo SOCIAL não aparece. Doutro canto a Previdência prevê a forma contributiva e não distributiva: em outras palavras é um Social NÃO-SOCIAL pois tem direito somente os contribuintes, e não todos eles, pois só se estão pagas pelo menos 180 mensalidades, ou seja, contribuir por mínimo 15 anos.
O conceito de SOCIAL implica que determinados valores pertencem à coletividade em partes iguais, independentemente da contribuição: uma Previdência Social deve atender a tudo mundo distribuindo os mesmos valores.
Por “contribuição”, como previsto no Brasil, se entende a devolução de valores pagos revisto por fatores técnicos e temporais, mas NÃO É SOCIAL por que é o próprio dinheiro acumulado que volta atrás, assistido por seguros de risco por inabilidade e por morte.
Além disso, como pode considerar-se Social uma aposentadoria mensal de R$ 10.000,00 ou 20.000,000 ou mais? Come pode existir direitos para adquirir aposentadoria só por quem ficou perto do poder.
A existência de 2 regimes chamados “Previdenciários”, o Geral para todos e o Único para os Servidores Público (incluídos Senadores, Deputados, Vereadores, Juízes, Promotores …), demonstra como no Brasil existe o Cidadão de classe A e o cidadãozinho de classe B: os direitos e as aposentadorias são diferentes!
No Social, quem tem renda maior contribui mais de quem tem renda menor, redistribuindo depois os valores em partes iguais. No Brasil a aposentadoria de um simples trabalhador é 1 salário mínimo, mas aquela de um Desembargador é 30 vezes maior: isto não é Social!
Iniciamos a pensar coisa nós, cidadãos, podemos fazer para a nossa Nação, mas iniciamos também a pensar como a nossa Nação pode atuar a nosso favor!

CONCLUSÃO
E agora nós nos estamos pedindo coisa os políticos devem fazer.
Simples, iniciar a reformar a Constituição, abolindo parte dos privilégios nela indicados; fazer uma Reforma Fiscal para deixar os brasileiros com maior poder de compra; fazer uma Reforma Previdencial para tornar Social a Previdência, eliminando a desigualidade acabando com favores e privilégios. 

Eu vou votar quem vai propor de atuar a favor do Brasil, dos brasileiros e contra os interesses particulares dos “novos barões”.

domingo, 8 de maio de 2016

UN LUOGO DOVE EBREI – CRISTIANI – MUSSULMANI POSSINO PREGARE ASSIEME IL MEDESIMO DIO

L'interazione e l'integrazione tra popoli é un argomento che mi stimola molto. Forse perché non considero completo il mio inserimento in Brasile. Comunque entriamo nella materia.
Penso sia inutile considerare un fatto senza prendere in considerazione altri episodi similari, attinenti e anteriori allo stesso. Per questo andiamo a considerare como esempio le migrazioni avvenute all'interno dell'attuale Medio Oriente, dove vivono popoli che sempre fecero parlare di loro, soprattutto per i loro movimenti etnici.
  • Come raccontano Torah, Bibbia e Corano, un grande esodo avvenne intorno al 1.800 a.c. quando Giuseppe, pronipote di Abramo, fu eletto dal faraone come suo grande ministro e accolse in Egitto la sua tribú di origine.
  • Un altro risale al 1.500 a.c. quando Mosé guidó l'ex tribú di Giuseppe, nel frattempo diventata popolo schiavo, nel grande esodo verso la Terra Promessa: l'attuale Palestina.
  • Essistono esodi in concomitanza delle crociate cristiane e delle guerre sante mussulmane, tutti avvenimenti accaduti attorno al mar Mediterraneo.
Lasciamo stare altri tipi di migrazioni etniche e saltiamo alla prima metá del XX secolo, quando circa 1.000.000 di ebrei si spostarono dagli stati di provenienza verso la futura Israele.
Togliamo le varie “scuse” che causarono tali movimenti etnici (Guerre di offesa o di difesa o di religione) e cerchiamo di considerare unicamente l'esodo in se stesso, ossia la sua conseguenza e non la sua ragione, motivo che puó essere per alcuni reale e per altri strumentale.
La maggiore difficoltá per integrarsi sta nel contrasto culturale tra etnie dove, é ovvio, le Religioni sono parti essenziali di tali “credo”.
Questa dichiarazione, di cui siamo convinti o siamo indotti a crederci, é la piú anti-culturale e anti-religiosa che esista.
Divido l'analise della questione in tre parti.
  1. ASPETTO CULTURALE
    Una cultura nasce dall'ambiente nel quale un popolo vive e, atraverso interferenze geografiche, ivi si sviluppano conoscenze, costumi e usi comuni che formano la storia di tale gruppo di persone. Ma tali consapevolezze e convinzioni, che formano la morale comune del gruppo, sono concetti limitati alla sua storiografia conglomerativa perché, anche se affermano teorie consolidate, non escludono l'esistenza di altre, positive e migliori di queste.
    Mi rifaccio ad un esempio del Cav. Argentino, mio Mentore all'inizio della mia vita professionale. Lui spiegava che il conoscere sta alla base di qualsiasi sapere. Una persona che non conosce alternative, ossia non ha scelta, vive con quello che ha e che é univoco. Se la medesima persona ha una alternativa, gli appare la possibilitá di scegliere, ossia puó effettuare opzioni biunivoche. Piú alternative che si presentano a questa persona, piú essa sta nella condizione di migliorare la propria vita.
    Avere alternative significa avere uma gamma di conoscenze utili a migliorare le proprie condizioni culturali.
  2. ASPETTO RELIGIOSO
    É vero che la Religione sta dentro di noi in quanto il nostro credere inibisce e nello stesso momento stimola la nostra morale. Ma non dobbiamo confondere la Religione, alla quale diamo fede, con la religiositá, chiesa di appartenenza e alla quale eticamente siamo legati: dobbiamo possedere la coscienza, laica, per poter riconoscere il sacro e il profano; e senza che questo interferisca nella nostra morale religiosa.
    Il coinvolgimento conflittuale tra le Religioni abramitiche (Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo) é lo stoppino che viene usato per far detonare contrasti nei quali la morale religiosa e la religiositá “etica” vengono confuse volontariamente per essere usate allo scopo di eludere retoricamente argomenti contrari.
  3. RADICI RELIGIOSE
    L'evidenza che si deve sottolineare é l'esistenza in comune del medesimo Dio. E non sono io a dirlo, ma Torah, Bibbia e Corano.
    L'Ebraismo ha come ispiratore Mosé, il Cristianesimo ha Gesú Cristo e l'Islamismo ha Maometto. Non mi interessa che le chiese non vogliano riconoscere l'ispiratore principale dell'altrui religioni, poiché mi interessa sapere che:
    a) Mosé era discendente di Abramo;
    b) Gesú é nato nella famiglia discendente di Isacco, figlio di Abramo con Sara;
    c) Maometto é nato nella famiglia discendente di Ismaele, figlio di Abramo con Agar.
    Se la credenza Ebraica si basa sui 10 comandamenti, quella Cristiana si basa sostanzialmente su 2 di questi 10 e la Islamica su 1 solo tra quelli Cristiani: <Ama il prossimo tuo come te stesso>.
    Sebbene le Religioni Abramitiche abbiano origine nella medesima regione, esse sono diverse perché nate in periodi differenti per rispondere a esigenze umane contingenti: essendo Mosé del 1.500 a.c. e Mometto del 600 d.c., queste tre Religioni sorgono nell'arco di oltre 2.000 anni ed é ovvio che le forme di relazionarsi e i linguaggi erano differenti.
Da queste tre considerazioni possiamo affermare che i fedeli delle religioni Ebraica, Cristiana e Islamica adorano il medesimo Dio.
Esistono differenze formali e metodologiche nel approssimarsi al proprio Signore, ma questo dipende da aspetti storiografici che influenzarono la nascita e l'evoluzione religiosa. É come l'alimentazione: quella di chi vive nelle prossimitá del circolo polare deve essere per forza di cose differente da quella che vive in prossimitá dei tropici; in Norvegia non si incontrano cammelli e noci di cocco, come in Arabia Saudita non si incontrano renne e camemori.
É per questo che devono essere repudiate tutte le retoriche utilitaristiche che visano strumentalizzare l'uomo attraverso interpretazioni parziali dei Testi Sacri.
La vicinanza e l'interazione di culture differenti stimolano lo sviluppo intelettuale dei popoli che partecipano a questa integrazione.
Ritorno al Cav. Argentino e a un altro suo esempio che calza a pennello l'argomento in questione.
“Io possiedo 3 monete e tu possiedi 3 monete: se noi ce le scambiamo, entrambi continuiamo a possedere 3 monete. Io ho 3 idee e tu hai 3 idee: se noi ce le scambiamo, entrambi abbiamo 6 idee”.
Questa é il risultato dell'integrazioni tra popoli, ossia ognuno di noi assimila una nuova ricchezza culturale e intelettuale.
Noi non dovremmo respingere, ma ricercare l'unione delle culture attraverso una riaprossimazione delle Religioni che si basano su di un unico denominatore comune che le aggrega: DIO.
Come vorrei avere la forza e la capacitá di appoggiare il sorgere di edifici dove Ebrei, ortodossi – conservatori – ricostruzionisti, e Cristiani, cattolici – ortodossi – protestanti, e Islamici, sciiti – sunnniti – ibaditi, possano inginocchiarsi in gruppo e assieme pregare il medesimo Dio, anche se in forme differenti.

Cappello dott. Armando 

UM LUGAR ONDE JUDAICOS – CRISTÃOS – ISLÂMICOS POSSAM REZAR JUNTOS O MESMO DEUS

Interação e Integração entre povos é um argumento que me estimula bastante; talvez por que não considero completa a minha inclusão no Brasil. Mas entramos na matéria.
Acho inútil consideram um fato isolado sem tomar em consideração outros episódios parecidos e anteriores ao mesmo. Por isto vou considerar como exemplo as migrações acontecidas no atual Oriente Médio, onde vivem povos sobre os quais sempre foi falado, sobretudo por mutações étnicas.
  • Como narram Torá, Bíblia e Alcorão, um grande êxodo aconteceu de volta do 1.800 a.C. quando José, bisneto de Abraham, foi eleito pelo faraó como grande ministro e acolheu no Egito a sua tribo de origem.
  • Outro data importante é de volta do 1.500 a.C. quando Moisés guiou a ex tribo de José, entretanto tornada povo escravo, no grande êxodo para a volta a Terra Prometida: atualmente a Palestina.
  • Outros êxodos foram concomitantes às cruzadas cristãos e às guerras santas muçulmanas, todos eventos ocorridos ao redor do mar Mediterrâneo.
Deixamos pra lá outros tipos de migrações étnicas e pulamos para a primeira metade do século XX, quando acerca de 1.000.000 de judeus mudaram-se para a futura Israel.
Desconsideramos as “desculpas” que geraram tais movimentos étnicos (Guerras de ataque ou defesa ou religião) e procuramos considerar somente o êxodo em si mesmo, ou seja, a sua consequência e não a razão da sua origem, motivo que por alguns pode ser real e instrumental para outros.
A maior dificuldade para integrar-se está no contrasto cultural entre etnias onde, é óbvio, as Religiões têm partes essenciais em tais “crenças”.
Esta declaração, da qual estamos convencidos ou somos induzidos a crer, é a mais anticultural e antirreligiosa que possa existir.
Dividimos a análise da questão em três partes.
  1. ASPECTO CULTURAL
    Uma cultura nasce do ambiente na qual o povo vive e, através interferências geográficas, nela desenvolvem-se conhecimentos, costumes e usos comuns que formam a história desse grupo de pessoas. Mas tais conscientizações e convicções, que formam a moral comum do grupo, são conceitos limitados à sua historiografia conglomerativa pois, também se afirmam teorias consolidadas, não excluem a existência de outras, positivas e melhores dessas.
    Pego um exemplo do Cav. Eduardo Argentino, meu Mentor ao início da minha vida profissional. Ele explicava que o conhecer está à base de qualquer saber. Uma pessoa que não conhece alternativas, ou seja, não tem escolha, vive com o que possui e que é unívoco. Se a mesma pessoa tem uma alternativa, aparece-lhe a possibilidade de escolher, ou seja, pode efetuar opções biunívocas. Mais alternativas que apresentam-se a esta pessoa, mais ela está na condição de melhorar a sua vida.
    Ter alternativas significa haver uma gama de conhecimentos úteis para melhorar as próprias condições culturais.
  2. ASPECTO RELIGIOSO
    É verdade que a Religião está dentro de nós por que o nosso crer inibe e no mesmo instante estimula a nossa moral. Mas não devemos confundir a Religião, na qual temos fé, com a religiosidade, igreja da qual somos membros e à qual somos eticamente ligados: devemos ter a consciência, laica, para reconhecer o sacro do profano; e sem que isto possa interferir na nossa moral religiosa.
    O envolvimento conflitual entre as Religiões Abraâmicas (Judaísmo, Cristianismo, Islamismo) é o pavio usado para detonar contrastes nos quais a moral religiosa e a religiosidade “ética” vêm confundida voluntariamente para ser usadas a fim de eludir retoricamente argumentos contrários.
  3. RAÍZES RELIGIOSAS
    A evidência que deve ser frisada é a existência em comum do mesmo Deus. E não sou eu afirmá-lo, mas Torá, Bíblia e Alcorão.
    O Judaísmo tem Moisés como inspirador, o Cristianismo tem Jesus Cristo e o Islamismo tem Maomé. Não me interessa que as igrejas não queram reconhecer o principal inspirador das outras, pois a mim interessa saber que:
    a) Moisés era descendente de Abraham;
    b) Jesus nasceu em família descendente de Isaac, filho de Abraham com Sara;
    c) Maomé nasceu em família descendente de Ismael, filho do mesmo Abraham com Hagar.
    Se a crença Judaica baseia-se em 10 mandamentos, a Cristã praticamente em 2, já incluídos nos 10 judaicos, e a Islâmica tem só 1, já incluídos entre os 2 Cristã: < Ama o próximo teu como a te mesmo>.
    Embora as Religiões Abraâmicas tenham origem na mesma região, são diferentes entre elas porque nascidas em épocas diversas e, por isso, respondem a exigências humanas contingentes: sendo Moisés do 1.500 a.C. e Maomé do 600 d.C., estas três Religiões surgem no intervalo de tempo de mais de 2.000 anos e é óbvio que as formas de relacionar-se e as linguagens eram distintos.
Desde três considerações, nós podemos afirmar que os fiéis das Religiões Judaica, Cristã e Islâmica adoram o mesmo Deus.
Existem diferencias formais e metodológicas em aproximar-se ao próprio Senhor, mas isto está relacionado a aspectos historiográficos que influenciaram o nascimento e o desenvolvimento religioso. É como a alimentação: as de quem vive próximo ao círculo polar deve ser por força diversos das quem vive na proximidade dos trópicos; na Noruega não se encontram camelos e coqueiros, como na Arábia não se encontram renas e chamaemorus.
É por isto que devem ser repudiadas todas as retóricas utilitarísticas que visam à instrumentalização do homem através de interpretações parciais dos Textos Sacros. A proximidade e a interação de culturas diferentes, estimulam o desenvolvimento intelectual dos povos que participam a essa integração.
Volto ao Cav. Argentino e a outro seu exemplo bastante apropriado neste caso.
“Eu possuo 3 moedas e Você possua 3 moedas, também: se nós trocamos estas moedas entre nos, ambos continuamos a possuir 3 moedas. Eu tenho 3 ideias e Você tem 3 ideias: se nós as trocamos entre nos, ambos vai ter 6 ideias”.
Isto é, o resultado da integração entre povos, ou seja, cada um de nós assimila novas riquezas cultural e intelectual.
Nós não deveríamos reprimir, mas procurar a união de culturas através da reaproximação das Religiões que se baseiam sobre um único denominador comum que as agrega: DEUS.
Quereria muito ter a força e a capacidade de apoiar a edificação de prédios onde Judaicos, ortodoxos – conservadores – reconstrucionistas, Cristãos, católicos – ortodoxos – protestantes, e Islâmicos, xiitas – sunitas – ibaditas, possam ajoelhar-se em grupo e juntos rezar ao mesmo Deus, também se em modos diferentes.

Armando Cappello