domingo, 24 de abril de 2022

TANTO PER CHIARIRE

Esistono momenti nei quali non riesco a comprendere il perché di quello che sta succedendo, forse perché sta al di fuori dei miei principi/valori. Devo staccare la spina, prendermi una pausa di riflessione per poi analizzare nuovamente e da piú angolature, gli accadimenti.

É quello che ho fatto nelle ultime settimane riunendo, come in un puzle, il passato e il presente:

Chi: sono imparziali i giornalisti e i politici che ci raccontano quello che succede?

Dove: qual’é la localizzazione geopolitica e culturale degli eventi?

Come: quali sono gli strumenti che vengono utilizzati?

Quando: quali sono i momenti antecedenti al presente?

Perché: quali sono i motivi che generarono l’attualitá?

In primo luogo voglio sottolineare che non sono né giornalista né politico, cioé non traggo alcun vantaggio con l’esporre le mie considerazioni: sono laureato con specializzazione in Politica Economica presso la Facoltá di Scienze Politiche dell’Universitá di Padova e il mio relatore di tesi fu il senatore Marco Toniolli, pace all’anima sua.

Solo due aneddoti che, assieme ad altri, mi hanno formato nel considerare il presente:

1º - All’esame di Economia de Lavoro, l’attuale ministro Renato Brunetta, dopo avermi chiesto se avevo studiato i due libri previsti e se avevo seguito attentamente le sue lezioni, aprí il quotidiano di economia e finanza, Sole 24 Ore, e leggendo il titolo di un articolo, mi chiese: “parlami della Scala Mobile”. L’interrogazione fu solo questa e foi approvato con un 27/30.

2º – All’esame di Sociologia l’esaminatore fu il prof. Toni Negri, considerato l’ideatore delle Brigate Rosse. Sedutomi gli dissi: “Io sono stanco dopo oltre 2 ore di attesa, ma penso che Lei é piú stanco di me”. Guardandomi e confermando la cosa, subito mi chiese: “Sabato scorso c’é stata la partita di calcio Inghilterra – Italia. Cosa ne pensi?”. Terminata la mia dissertazione, lui mi dispensó dandomi un voto 29/30.

Circa 60 anni fa mia nonna materna Elvira, soprannominata Amabile, mi diceva: “Armando, ricordati sempre di usare le cose che sono state create a nostro vantaggio, ma ricordati anche di rispettare (amare) le persone”. Purtroppo, negli ultimi 30 anni, la situazione si é capovolta e gli uomini hanno iniziato ad amare le cose, come a usare le persone. Si é iniziato a lapidare il nome di DIO togliendogli la D e cosí parlando sempre IO; dove solo IO ho ragione e tutti gli altri hanno torto! Chiamasi POLARIZZAZIONE, ossia l’inizio della fine della DEMOCRAZIA!

Tutto é iniziato in concomitanza al crollo delle “ideologie”. Fino ad allora i partiti, non sto parlando di aree geografiche limitate, bensí in quello che viene denominato Occidente (Nord e Sud America, Europa e Oceania), avevano il ruolo di ‘cercare il ben star comune’ attraverso dottrine politiche e non per ideologie: non dobbiamo confondere il Liberismo con il Capitalismo, come il Socialismo con il Comunismo; i primi sono dottrine politiche applicate alla realtá, mentre le seconde sono ideologie astratte destinate a crollare. Cambiare in continuazione, perché basate su idee elaborate per persone e pertanto aleatorie e slegate dal tempo, dalla realtá e dalla cultura. Con l’inizio del finanziamento dei partiti, questi hanno cominciato a dover restituire i finanziamenti ricevuti favorendo questo e quello e, cosí trasformandosi in corporazioni con la finalitá di perseguire il bene individuale e non piú quello collettivo. In questo modo si sono creati 2 poli politici e una pluralitá di “partituccoli” orientati dall’interesse di conglomerazioni di voti. Individuata l’origine, in caso di vittoria la si beneficiava in cambio dei voti raccolti. Quindi, da una parte, venivano finanziati da entitá economicamente robuste e, dall’altra parte, si promettevano benefici e diritti a determinati gruppi di persone.

Qui é nata la Globalizzazione, con l’interesse di aumentare lo sviluppo economico, e la lotta contra la Discriminazione, con l’intendo di beneficiare gruppi di persone di differenti appartenenze.

La Globalizzazione ha portato ad una massificazione culturale di varie aree geografiche, con la conseguente mancanza di potersi identificare favorendo il ripudio delle fonti di origine.

La Discriminazione: se il concetto in se é giusto, la sua applicazione é ben lontana dalla realtá in quanto basata su elementi non conseguenziali: mi spiego meglio. Se una persona ha una determinata origine e non ha scelto, é giusto che non venga discriminata perché non ha avuto opzioni. Se invece una persona effettua delle scelte, é logico che questo generi conseguenze. Faccio un esempio personale. Nel 2002 mi sono trasferito in Brasile e qui ho iniziato una nuova vita: molto appartata e senza amicizie, cosa totalmente differente dalla mia vita italiana. Non é stata una mia scelta, ma sono stato e continuo essere discriminato, non per essere italiano, ma per il mio costume e per la mia culturale che, a quanto pare, non sono gradite in Brasile. Quando ho scelto di trasferirmi, sapevo che questo poteva accadere.

Quindi le scelte comportano conseguenze tra le quali anche le discriminazioni, che devono essere considerate a priori e accettate come aggregato alle opzioni effettuate.

Sono entrato nell’aspetto culturale e, pertanto, andiamo avanti con questo concetto.

La cultura nasce da aspetti geografici, climatici e storici che determinano riflessi artistici, gastronomici e umoristici. Solo due esempi.

Per friggere alimenti in Norvegia si usa il grasso di renna, mentre nel nord del Brasile si usa il grasso di maiale… questo semplicemente perché in Norvegia non ci sono maiali, mentre nel nord del Brasile non esistono renne.

Sia in Europa come nel nord del Brasile esiste la coltivazione della vigna, ma se in Europa l’uva viene usata soprattutto per produrre il vino, nel nord del Brasile viene usata soprattutto per produrre il succo di uva… questioni organiche e climatiche, ossia la composizione organica del terreno é differente e se in Europa piove nella fioritura, nel nord del Brasile nella fioritura la pioggia é quasi inesistente.

In sostanza la cultura impedisce la proliferazione della Globalizzazione in quanto la prima é intrinseca (sempre é esistita e sempre esisterá), mentre la seconda é indotta (oggi ci puó essere e domani non esistere piú). Pertanto le diaspore (vedi quella ebraica) per essere completate hanno bisogno di secoli; non possono essere imposte nemmeno considerando i vantaggi che produrrebbero (vedi globalizzazione), ma unicamente per il trascorrere del tempo nell’integrarsi (vedi discriminazione).

Vengo ad affrontare l’ultima domanda: Perché?

In primo luogo non voglio giudicare nessuno, ma evidenziare cose realmente accadute.

Nel 2006 Brasile, Russia, India e Cina (nazioni dirette da governi di estrazione comunista) all’epoca ad economia in via di sviluppo, diedero vita al BRIC, Fondo per lo sviluppo e nato quale alternativa al Banco Mondiale e al FMI.

L’Ucraina, da poco nata e priva di forze economiche che la sostenessero, si era rivolta al FMI per creare i presupposti di una crescita equilibrata, cosa che non accadde (non voglio entrare se per colpa dell’Ucraina o del FMI). Con la crisi mondiale del 2008 l’Ucraina scelse di cambiare Fondo per lo sviluppo; tale opzione fu appoggiata dalla Russia la quale, sembra, abbia avvallato i finaziamenti erogati dal BRIC all’Ucraina. Cambiato governo, l’Ucraina lasció il BRIC per tornare al FMI (sembra che si stessero facendo l’occhiolino) e lasciando i propri debiti sulle spalle della Russia.

Lascio da parte la considerazione personale circa l’arroganza degli USA, che comanda sia la NATO che il FMI: - ha bombardato Belgrado per 2 mesi, con decisione autonoma e senza autorizzazione dell’ONU; - la seconda invasione dell’IRAQ, fu un falso costruito dalla CIA ai danni dell’IRAQ circa l’esistenza di armi chimiche e di distruzione di massa; - l’invasione dell’Afghanistan, una totale illegalitá internazionale.

Quello che ho scritto é realtá dei fatti, quello successivo sono considerazioni personali che, democraticamente, penso di poter esprimerre.

La guerra in atto, con la mancanza di cosa Putin vuole, per me é semplicemente un conflitto per denaro e per commercio, dove l’Ucraina é diventata, da un giorno all’altro, un mercato importante per l’economia presente e futura, sia per il FMI che per il BRIC. Il problema é il proseguo del conflitto che continua a generare solo distruzioni e debiti, che saranno pagati da noi tutti, indipendentemente da chi “vince”, perché tutti perdono.

La soluzione? Indurre la Cina a prendere posizione sull’Ucraina e non sulla Russia perché l’Ucraina no fa parte del BRIC, mentre la Russia ne fa parte.

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