Verso la fine del XVIII secolo successero
due Rivoluzioni importanti che accompagnarono la transizione dall’”Era
Moderna” all’”Era Contemporanea”: la Democratica in Francia e la
Prima Industriale in Inghilterra. Gli avvenimenti provocarono una catena di
effetti e cause a cascata, le quali si infiltrarono in modo diseguale nel
breve, nel medio e nel lungo periodo, intesi come periodi di progresso
tecnologico.
Lascio di lato queste due rivoluzioni per
abbordare un aspetto ancora non affrontato e che a tutt’oggi non ho incontrato
in nessuna discussione, se non fossero masturbazioni mentali. Cerco di
individuare le radici da dove nacque l’attuale crisi economica, iniziando con
una analise circa fatti consolidati e per poi passare ad una sintesi sopra i
settori economici.
PRIMO
1.
Che
la maggioranza dei professionisti, i quali accompagnarono le economie
occidentali verso un collasso finanziario sfociato nella crisi mondiale del
2008, uscirono dalla cultura dei “Figli dei Fiori”: questo é un dato che
si trova nei certificati anagrafici di ognuno.
2.
Che
la crisi colpí con particolare violenza le economie occidentali, culle della
Rivoluzione Intellettuale degli anni ’68: questo si puó incontrarlo nelle mappe
geo-politiche.
3.
Che
la crisi scoppiata nel 2008 (i cui
riflessi stiamo ancora vivendo dopo 3½ anni) sia legata ad una crescita
economica drogata, questo é pensiero consolidato; e che questo tipo di crescita
provenga da speranze fatue, create da professionisti illusi e illusionisti, é
pure verificato.
4.
Che
la politica economica degli esercizi pubblici si basava (e continua basarsi) su tassi di rischio e condizioni demagogiche,
questo il mondo lo sta vivendo.
Ma tutto questo fa parte della storia;
quello che ancora non ho incontrato, sono i “Perché” di questa crisi:
gli effetti sono ampiamente conosciuti; ma quali sono state le cause? e per
favore lasciamo fuori la “morte del sistema capitalistico”, che é solo
una speculazione di chi lo vorrebbe morto, como é morta la ideologia comunista:
non confondiamo un sistema, che é una cosa pratica che si basa sul pragmatismo,
con una ideologia, che é una cosa aleatoria che si basa su principi teorici.
Andiamo per ordine.
Chi causó la crisi: la maggioranza
erano Professionisti nati “Yuppies”.
Dove si é verificato: negli stessi
luoghi dove 40 anni prima erano nati gli “Hippies”.
Come si é sviluppata: attraverso un alto
volume di inadempienze contrattuali.
Quando scoppió: quando i debiti
raggiunsero livelli di fiducia finanziaria insostenibile.
Perché é accaduto: é questo
l’argomento che voglio affrontare!
Per favore non confondiamo il “come”
con il “perché”: il primo é un effetto, il secondo una causa.
Negli anni ’80 e ’90 si radicó una Contro
Rivoluzione Intellettuale, gli Yuppies, accompagnata da due fenomeni sociali
che si impersonificarono nell’individualismo di Reagan e nel conservatorismo
della Thatcher.
L’atteggiamento degli Yuppies, “figli”
degli Hippies, era la “Giacca e Cravatta”; la loro aspirazione era la
ricchezza; la loro realizzazione si trovava nel Tradizionalismo Thatcheriano e
nel Edonismo Reganiano (assolutismo
indivisualista). Le dottrine economiche che dominavano erano la
autosufficienza finanziaria dell’individuo contro un Paese welfarista, il
libero mercato e i tagli alla spesa pubblica assieme alla riduzione delle
imposte: come se gli Yuppies non facessero parte del Paese, ma lo usassero per
sostentarsi (parassitismo).
Dato che un Blog non puó ospitare un
Trattato, in modo apparentemente semplicista affermo che la ricerca
scontrollata della ricchezza portó a:
a.
Livelli
di indebitamento sempre maggiori, facendo scivolare a piú lungo termine
prestazioni giá scadute, garantite attraverso beni patrimoniali sopravalutati e
non con garanzie finanziarie: mancanza
di capacitá di produrre la ricchezza necessaria per pagare i debiti.
b.
Non
rispetto di contratti correnti: caduta
di fiducia nei mercati.
c.
Trasferimento
allo Stato di lacune private inabili ad affrontare il ibero mercato: incapacitá impresariale.
Un Paese é composto da Organi Pubblici, ma é
anche il risultato della sommatoria di tutte le persone, fisiche e giuridiche,
che lo compongono. Per questo l’arroganza finanziaria e l’aviditá econômica,
assieme al debito pubblico, affondarono i Paesi: congelando la fiducia finanziaria e azzerando la liquiditá, apparve
come i debiti erano maggiori dei crediti esegibili.
SECONDO
Quanto appena affermato puó essere
paragonato ad una Rivoluzione completa, poiché stiamo parlando di una
Rivoluzione (Intelelttuale) e della
sua Contro Rivoluzione. Non dobbiamo peró dimenticare che dietro a queste
movimentazioni esistí un aspetto che si spalmó in modo omogeneo su tutti i
settori economici: primario (agricoltura,
avicultura, pesca, allevamento, silvicultura, minerazione, agro-negozio in
generale), secondario (trasformazione
manufatturiera di um prodotto) e terziario (comercializzazione di beni e produzione di servizi).
Prima devo evidenziare che negli ultimi 40
anni:
·
Beni
durevoli cambiarono in semidurevoli: la sostituzione di un auto, i mobili di
casa, gli elettrodomestici... si é ridotto alla metá, passando da 10 o 20 anni
a 5 o 10 anni.
·
Beni
semidurevoli cambiarono in Beni di consumo: vestiario, calzature, accessori...
passarono da 5 a 1 o 2 anni.
·
L’origine
dei beni di consumo cambió da artigianali a industriali, aumentando il consumo.
·
I
beni di lusso arrivarono all’immaginario di tutti.
·
Il
mercato del lavoro fu accessibile alle donne le quali, se prima prestavano un
servizio occulto dentro la famiglia, dopo diventarono un supporto attivo
all’economia familiare.
In questa trasformazione di tempi, per
offrire piú qualitá ai prodotti o ai servizi le attivitá aumentarono il proprio
margine aggregato nei prezzi di vendita, tanto che i valori finali dei prodotti
industrializzati iniziarono a costare di piú di quelli artigianali.
Se le Rivoluzioni Industriali si sono
concluse sempre in modo positivo é perché, attraverso i cambiamenti introdutti,
il prodotto industrializzato ne usciva piú economico del precedente,
industrializzato o artigianale che fosse.
Adesso é evidente il fracasso che spinse la
crisi 2008:
·
Non
é possibile che al bancone di un grande supermercato si possa incontrare un kg.
di formaggio industrializzato a 7 euro, quando si trova quello prodotto
artigianalmente a 5,5.
·
Non
é possibile che in un grande magazzino si possa incontrare una camicetta
industrializzata a 8 euro, quando si trova quella prodotta artigianalmente a 5.
Il problema non sta unicamente nel “Welfare
State” delle Nazioni e degli Organi Sovranazionali; il problema sta nella
riconsiderazione delle strutture organizzative dei nostri settori economici. Si
deve rieducare il consumo che non puó essere una attivitá “obbligatoria”
da un lato e predatoria dall’altro: deve essere un consumo sostenibile.
CONCLUSIONE
1º - Gli “Yuppies” non agirono solo
nelle leve finanziarie, ma usarono anche quelle patrimoniali: la congiunzione
delle due terminó mescolando la presenza della politica con ambienti della
finanza.
2º - Se il costo di una Democrazia diventa
troppo alto, si deve prestare attenzione che la sua vita é prossima a
terminare: dobbiamo ESIGERE che i governanti agiscano per definire compromessi
politici equlibrati, ma lasciando fuori compromessi finanziari.
Non é la storia del sistema capitalistico
che sta morendo: é sempre esistito e sempre esisterá, trasformandosi in
conformitá alle esigenze contigenti. Speriamo invece di stare sepellendo gli
effetti politici degli spetri del reazionismo alla cultura Hippies.
Cordialmente,
Cappello dott. Armando
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