segunda-feira, 20 de fevereiro de 2012

DAGLI HIPPIES AGLI YUPPIES, ANDATA E RITORNO (in italiano)

Verso la fine del XVIII secolo successero due Rivoluzioni importanti che accompagnarono la transizione dall’”Era Moderna” all’”Era Contemporanea”: la Democratica in Francia e la Prima Industriale in Inghilterra. Gli avvenimenti provocarono una catena di effetti e cause a cascata, le quali si infiltrarono in modo diseguale nel breve, nel medio e nel lungo periodo, intesi come periodi di progresso tecnologico.
Lascio di lato queste due rivoluzioni per abbordare un aspetto ancora non affrontato e che a tutt’oggi non ho incontrato in nessuna discussione, se non fossero masturbazioni mentali. Cerco di individuare le radici da dove nacque l’attuale crisi economica, iniziando con una analise circa fatti consolidati e per poi passare ad una sintesi sopra i settori economici.
PRIMO
1.     Che la maggioranza dei professionisti, i quali accompagnarono le economie occidentali verso un collasso finanziario sfociato nella crisi mondiale del 2008, uscirono dalla cultura dei “Figli dei Fiori”: questo é un dato che si trova nei certificati anagrafici di ognuno.
2.     Che la crisi colpí con particolare violenza le economie occidentali, culle della Rivoluzione Intellettuale degli anni ’68: questo si puó incontrarlo nelle mappe geo-politiche.
3.     Che la crisi scoppiata nel 2008 (i cui riflessi stiamo ancora vivendo dopo 3½ anni) sia legata ad una crescita economica drogata, questo é pensiero consolidato; e che questo tipo di crescita provenga da speranze fatue, create da professionisti illusi e illusionisti, é pure verificato.
4.     Che la politica economica degli esercizi pubblici si basava (e continua basarsi) su tassi di rischio e condizioni demagogiche, questo il mondo lo sta vivendo.
Ma tutto questo fa parte della storia; quello che ancora non ho incontrato, sono i “Perché” di questa crisi: gli effetti sono ampiamente conosciuti; ma quali sono state le cause? e per favore lasciamo fuori la “morte del sistema capitalistico”, che é solo una speculazione di chi lo vorrebbe morto, como é morta la ideologia comunista: non confondiamo un sistema, che é una cosa pratica che si basa sul pragmatismo, con una ideologia, che é una cosa aleatoria che si basa su principi teorici.
Andiamo per ordine.
Chi causó la crisi: la maggioranza erano Professionisti nati “Yuppies”.
Dove si é verificato: negli stessi luoghi dove 40 anni prima erano nati gli “Hippies”.
Come si é sviluppata: attraverso un alto volume di inadempienze contrattuali.
Quando scoppió: quando i debiti raggiunsero livelli di fiducia finanziaria insostenibile.
Perché é accaduto: é questo l’argomento che voglio affrontare!
Per favore non confondiamo il “come” con il “perché”: il primo é un effetto, il secondo una causa.
Negli anni ’80 e ’90 si radicó una Contro Rivoluzione Intellettuale, gli Yuppies, accompagnata da due fenomeni sociali che si impersonificarono nell’individualismo di Reagan e nel conservatorismo della Thatcher.
L’atteggiamento degli Yuppies, “figli” degli Hippies, era la “Giacca e Cravatta”; la loro aspirazione era la ricchezza; la loro realizzazione si trovava nel Tradizionalismo Thatcheriano e nel Edonismo Reganiano (assolutismo indivisualista). Le dottrine economiche che dominavano erano la autosufficienza finanziaria dell’individuo contro un Paese welfarista, il libero mercato e i tagli alla spesa pubblica assieme alla riduzione delle imposte: come se gli Yuppies non facessero parte del Paese, ma lo usassero per sostentarsi (parassitismo).
Dato che un Blog non puó ospitare un Trattato, in modo apparentemente semplicista affermo che la ricerca scontrollata della ricchezza portó a:
a.     Livelli di indebitamento sempre maggiori, facendo scivolare a piú lungo termine prestazioni giá scadute, garantite attraverso beni patrimoniali sopravalutati e non con garanzie finanziarie: mancanza di capacitá di produrre la ricchezza necessaria per pagare i debiti.
b.     Non rispetto di contratti correnti: caduta di fiducia nei mercati.
c.     Trasferimento allo Stato di lacune private inabili ad affrontare il ibero mercato: incapacitá impresariale.
Un Paese é composto da Organi Pubblici, ma é anche il risultato della sommatoria di tutte le persone, fisiche e giuridiche, che lo compongono. Per questo l’arroganza finanziaria e l’aviditá econômica, assieme al debito pubblico, affondarono i Paesi: congelando la fiducia finanziaria e azzerando la liquiditá, apparve come i debiti erano maggiori dei crediti esegibili.
SECONDO
Quanto appena affermato puó essere paragonato ad una Rivoluzione completa, poiché stiamo parlando di una Rivoluzione (Intelelttuale) e della sua Contro Rivoluzione. Non dobbiamo peró dimenticare che dietro a queste movimentazioni esistí un aspetto che si spalmó in modo omogeneo su tutti i settori economici: primario (agricoltura, avicultura, pesca, allevamento, silvicultura, minerazione, agro-negozio in generale), secondario (trasformazione manufatturiera di um prodotto) e terziario (comercializzazione di beni e produzione di servizi).
Prima devo evidenziare che negli ultimi 40 anni:
·         Beni durevoli cambiarono in semidurevoli: la sostituzione di un auto, i mobili di casa, gli elettrodomestici... si é ridotto alla metá, passando da 10 o 20 anni a 5 o 10 anni.
·         Beni semidurevoli cambiarono in Beni di consumo: vestiario, calzature, accessori... passarono da 5 a 1 o 2 anni.
·         L’origine dei beni di consumo cambió da artigianali a industriali, aumentando il consumo.
·         I beni di lusso arrivarono all’immaginario di tutti.
·         Il mercato del lavoro fu accessibile alle donne le quali, se prima prestavano un servizio occulto dentro la famiglia, dopo diventarono un supporto attivo all’economia familiare.
In questa trasformazione di tempi, per offrire piú qualitá ai prodotti o ai servizi le attivitá aumentarono il proprio margine aggregato nei prezzi di vendita, tanto che i valori finali dei prodotti industrializzati iniziarono a costare di piú di quelli artigianali.
Se le Rivoluzioni Industriali si sono concluse sempre in modo positivo é perché, attraverso i cambiamenti introdutti, il prodotto industrializzato ne usciva piú economico del precedente, industrializzato o artigianale che fosse.
Adesso é evidente il fracasso che spinse la crisi 2008:
·         Non é possibile che al bancone di un grande supermercato si possa incontrare un kg. di formaggio industrializzato a 7 euro, quando si trova quello prodotto artigianalmente a 5,5.
·         Non é possibile che in un grande magazzino si possa incontrare una camicetta industrializzata a 8 euro, quando si trova quella prodotta artigianalmente a 5.
Il problema non sta unicamente nel “Welfare State” delle Nazioni e degli Organi Sovranazionali; il problema sta nella riconsiderazione delle strutture organizzative dei nostri settori economici. Si deve rieducare il consumo che non puó essere una attivitá “obbligatoria” da un lato e predatoria dall’altro: deve essere un consumo sostenibile.
CONCLUSIONE
1º - Gli “Yuppies” non agirono solo nelle leve finanziarie, ma usarono anche quelle patrimoniali: la congiunzione delle due terminó mescolando la presenza della politica con ambienti della finanza.
2º - Se il costo di una Democrazia diventa troppo alto, si deve prestare attenzione che la sua vita é prossima a terminare: dobbiamo ESIGERE che i governanti agiscano per definire compromessi politici equlibrati, ma lasciando fuori compromessi finanziari.
Non é la storia del sistema capitalistico che sta morendo: é sempre esistito e sempre esisterá, trasformandosi in conformitá alle esigenze contigenti. Speriamo invece di stare sepellendo gli effetti politici degli spetri del reazionismo alla cultura Hippies.
Cordialmente,
Cappello dott. Armando

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